domenica 18 gennaio 2009

FREECYCLE

Freecycle è un progetto di riutilizzo dei beni. In alternativa alle discariche, dove gli oggetti usati vengono stoccati o bruciati, Freecycle promuove lo scambio o il regalo di tutto quello che può essere riutilizzato e riciclato, attraverso dei centri di distribuzione in tutto il mondo.Ideata da Deron Beal, un'ambientalista dell'Arizona (USA), che nel 2003 creò una mailing list per vecchi oggetti, l'organizzazione è cresciuta fino a contare 51 paesi e coinvolgendo più di un milione e mezzo di persone attive in 2.800 gruppi.
Il Freecycle Network è aperto a chiunque, ed ha sedi in tutto il mondo.
La regola principale è: Everything posted must be free, legal, and appropriate for all ages ossia tutto deve essere gratuito, legale e adatto a tutte le età.

www.freecycle.org

RECYCLE BANK

La raccolta differenziata, in fondo, é un gioco a premi (anche perché in fondo é anche un lavoro che svolgiamo a vantaggio di molte aziende). Negli USA, per esempio, già da diversi anni é in funzione la banca del riciclo http://recyclebank.com/ .
Il sistema é semplice in ogni cassonetto é stato installato un microchip capace di rilevare la differenziata raccolta. A ogni chilo corrispondono punti, che si trasformano poi in buoni sconto. "I premi materiali incentivano il riciclo, ma la banca funziona perché rende visibile un premio simbolico: offre a ognuno la sensazione di fare la cosa giusta".
Nel 2009 la recycle Bank arriverà anche in Europa.

http://recyclebank.com/

GOOGLE SPY

I dati che riguardano le nostre abitudini fanno gola a tanti: che tipo di programmi guardiamo, quali siti navighiamo, che genere di ricerche facciamo... Sono informazioni che dicono tantissimo sui nostri gusti, sulle nostre abitudini e che permettono a chi ne é in possesso di confezionare prodotti sempre più su misura per le nostre aspettative.
Chi controlla le informazioni, spesso detiene il pallino della pubblicità, ci guadagna in termini economici oltre che di prestigio. Ben si comprende come ci sia chi voglia tirarsi fuori da questo gioco e continuare a usare internet in tutta tranquillità, senza pensare che magari qualcuno lo stia studiando per poi vendergli, al momento opportuno, un prodotto magari inutile, ma carico di un suo appeal. Gli strumenti per proteggerci dall'invadenza dei sistemi di spionaggio fortunatamente non mancano. Sono veri e propri studi informatici capaci di respingere i tentativi di carpire le nostre preferenze o di invalidare l enostre preferenze o di invalidare i dati"sporcandoli" con altri del tutto casuali.
Il motore di ricerca Scroogle www.scroogle.org ad esempio, ci permette di effettuare le nostre ricerche su google in perfetto anonimato.
Abbastanza simile é il comportamento di Privoxy www.privoxy.org un software rilasciato con licenza open source che va instalalto sul proprio computer e usato come un proxy. Ai meno esperti basti sapere che un proxy é un software, o spesso anche un computer, che si frappone fra il nostro browser e internet: se abbiamo un proxy impostato, quando digitiamo, ad esempio, www.google.it, la richiesta non arriva direttamente al server di Google ma al Proxy, che la inoltra al motore di Google al posto nostro e poi ci "gira" a sua volta il risultato. Il punto di forza di Privoxy sono i suoi filtri studiati da alcuni esperti con l'intento di proteggere al meglio la nostra privacy.

martedì 13 gennaio 2009

HILLY ITALY

Hillyitaly, l’Italia della Colline è una faccia del Bel Paese, quella più modesta e meno esposta, ma più intatta e genuina. E’ l’Italia meno conosciuta, dove si conservano ancora paesaggi incontaminati, tramonti mozzafiato, sonorità d’altri tempi (da quanto tempo non sentite cantare un gallo?). E’ la terra delle antiche tradizioni, dove si gustano il pane con sale e olio, gli insaccati fatti in casa, i dolci della nonna; è la terra dei mille vitigni e dei suoi vini prestigiosi. Questa Italia vi invitiamo a visitare, dalla Liguria alla Sicilia, passando per il Piemonte, il Veneto, la Toscana, l’Umbria, ed il Lazio proponendovi i nostri B&B , selezionati uno ad uno e raccolti in un circuito originale fatto con le nostre mani, il circuito dell’accoglienza, dei modi gentili e del buon umore. Chi è stanco troverà riposo, chi ha bisogno di ispirarsi troverà l’angolino giusto: le fate frequentano i nostri luoghi. Affidatevi alle attenzioni delle nostre famiglie, alle nostre competenze e alla conoscenza del territorio. Sapremo farvi stare bene, indicarvi i percorsi d’arte, quelli storici, naturalistici ed enogastronomici, le strade da percorrere a piedi, a cavallo e in mountain-bike, i ristoranti e le trattorie dove si mangia bene, si beve meglio e si spende poco. Ogni B&B ha una dimensione famigliare – due tre camere nel complesso domestico – tutti sono legati da vincoli di amicizia, da condivisione dei valori dell’ospitalità, della solidarietà, della passione per la natura, del rispetto per l’ambiente, della custodia delle buone tradizioni.

lunedì 12 gennaio 2009

CASERTA HOSTELING

CASERTA é fra le pochissime province, con un forte potenziale turistico, a non avere ancora un Ostello Internazionale della Gioventù.
Eppure non è tanto difficile comprendere che attraverso l’Hostelling è più semplice e più veloce raccogliere consensi ed accogliere turisti per incrementarne l’indotto e SOPRATTUTTO consentire una permanenza stabile in città del turista. L’ostello potrà sopperire così a tutte le richieste dei turisti che intendono soggiornare a Caserta; strumento ulteriore di promozione a vantaggio di tutta la collettività. Il più delle volte l’Ostello è fulcro di incontro e promozione socio-culturale fra genti di ogni dove.
Gli ostelli indipendenti sono un tipo d'albergo unico, che si distingue chiaramente da hotel o pensioni. L'unicità consiste nel fatto che quasi tutte le strutture vengono condivise con altri ospiti, le stanze, infatti, sono spesso a più letti, solitamente sono attrezzate con letti a castello, le altre strutture, come le docce, la cucina, il salotto ecc. vengono altrettanto condivise. Il grande vantaggio è che, in questo modo, i prezzi rimangono bassi per ogni ospite. La cosa più importante, però, consiste nella possibilità tra gli ospiti che si formi un'atmosfera gentile e familiare, solidale e comunicativa. Lo "spirito degli ostelli" è difficile da descrivere, per capirlo del tutto è necessario provarlo. La parola ostello non descrive un sito, descrive un atteggiamento, una filosofia, un incrociarsi di persone con culture differenti, che insieme dividono le maraviglie, la gioia e la tristezza, l'esperienza dell'avventura e del viaggio.
Gente di tutto il mondo e di tutte le estrazioni, ormai, sceglie gli ostelli. L'atmosfera degli ostelli é per lo più dedicata agli ospiti giovani, ma pernottano persone d'ogni età, solitamente gli ospiti degli ostelli sono aperti, gentili e curiosi di vedere nuove cose, vivere nuove esperienze. Gli ostelli sono posti ideali per coloro che decidono di viaggiare da soli, molti di questi si servono dell'ostello come se fosse una via preferenziale per incontrare altri viaggiatori e per condividere la propria esperienza nel "viaggio".

CO-HOUSING

La condizione di spazi abitativi – per nuclei familiari o anziani soli – nato anni fa nel Nord Europa, sta interessando gruppi e società anche in Italia. Il parere degli esperti su questo nuovo modo di vivere in campagna o in città. L’appartamento è indipendente, ma alcuni spazi sono condivisi.
E’ nella Scandinavia degli Anni ’60 che nasce l’idea di quell’interessante sistema di vita aggregata che va sotto il nome di co-housing, una sorta di “comunità di vicinato” fatta di persone che hanno scelto di vivere in un complesso residenziale a servizi condivisi. Un esperimento ben riuscito, almeno a giudicare dal fatto che questo modello nel tempo si è diffuso in Nord europa, Stati Uniti, Giappone ed ora sta cominciando a far presa anche in Italia. Si tratta di piccoli centri residenziali costruiti grazie ad una progettazione partecipata, dove coesistono l’autonomia dello spazio privato, cioè la propria abitazione, e ambienti e servizi comuni, come quelli di pulizia, ristorazione, assistenza sanitaria, ma anche centri ricreativi e del tempo libero, palestre, orti, giardini, allevamenti di piccoli animali, spacci e quant’altro possa sollevare gli abitanti di tali strutture dai problemi della gestione quotidiana di una vita il più possibile indipendente dai grossi centri abitati, dai quali peraltro non devono essere a grande distanza. Co-housing significa, dunque, coabitare e condividere. Non solo attività e servizi, ma condividere anche la volontà di sfuggire all’emarginazione dell’individuo, piaga della società moderna, specie nelle grandi città in cui milioni di persone girano nelle stesse strade, utilizzando gli stessi servizi pubblici, senza conoscersi. Persone rimaste sole, spesso isolate persino da parenti ed amici, travolti dal lavoro e dagli impegni. La co-residenza significa recuperare l’attenzione degli altri che hanno fatto la stessa scelta, dare un contenuto al tempo lavorando con gli altri e per gli altri, condividere le risorse e la voglia di vivere nello stesso complesso residenziale. Ritrovare insomma il piacere di stare assieme.
Nato come soluzione abitativa pe piccoli nuclei familiari o per persone sole, o per giovani,, la co-residenza, cosi come viene delineata nelle esperienze già attive, sembra essere una soluzione interessante anche per persone in là con gli anni, rimaste sole o in coppia, le quali qui troverebbero l’antidoto alla solitudine e all’anonimato cittadino. In questo caso, i servizi condivisi comprendono anche quello delle badanti o della spesa a domicilio o di un’assistenza sanitaria specializzata, gite in bicicletta e viaggi nei week-end. Nella co-residenza si può scegliere tra l’affitto dell’alloggio più una quota-spese per i servizi comuni; l’uso dell’immobile può essere anche a tempo determinato; o l’acquisto della porzione abitativa individuale e quota di parti comuni, oltre i pagamento dei servizi.
In Italia sono, attualmente, quattro le società aderenti all’Istituto Nazionale di Studio e di Promozione del co-housing (Ispco), e i loro nomi rimandano in maniera esplicita alla loro finalità principale: Cohousing.it, CoHabitando, Coabitare ed Eco-abitare. Implicito nel nome di quest’ultima il richiamo all’istanza ecologista, che in questo caso come in quello di CoHabitando è elemento imprescindibile nella progettazione delle unità abitative, improntata alla sostenibilità ambientale (concetto comunque generalmente abbracciato da chi si avvicina al mondo della coabitazione, che presupponendo un rispetto per gli altri “impone” anche l’attenzione alla salvaguardia del mondo) e al risparmio energetico.
Fondamentale è la possibilità di riuscire ad avere una vita con tempo libero e serenità sufficiente a goderselo: condizione realizzabile grazie alla collaborazione reciproca, stabilita in base alle competenze e alle disponibilità di ciascuno (comportante quindi anche una garanzia della tanto agognata “sicurezza”), e alla “messa in comune” di attività di gestione, sociali e ricreative. Il che significa proprio i famosi spazi comuni che, a seconda dei bisogni definiti da un confronto tra i membri del gruppo, possono andare dalla lavanderia all’asilo nido, dalla sala hobby alla palestra, da una sala da pranzo condivisa alle stanze per gli ospiti, dall’orto al parco macchine. Tutto questo comporta anche un notevole risparmio economico, generato dalla riduzione degli sprechi, del ricorso ai servizi esterni e del costo dei beni acquistati collettivamente (la maggior parte delle “comunità” costituisce infatti anche gruppi d’acquisto,e in alcuni casi si comprano in comune anche alcuni servizi, come quello di una baby-sitter per bambini di diverse famiglie).
I futuri abitanti partecipano al progetto della residenza e alla sua gestione quotidiana secondo principi egualitari. In alcune comunità i residenti possono decidere a turno di cucinare odi aiutare in cucina. I pasti in comune sono un concetto chiave perché rappresentano un momento di socializzazione.
I criteri di costruzione delle abitazioni includono sistemi di riciclaggio dell’acqua o di risparmio energetico, oltre che l’uso di tecnologie alternative. Come la produzione di energia solare. In Danimarca, In Olanda e negli Stati Uniti hanno rapidamente capito che questo modello di vita che cerca di combinare bisogno di autonomia e desiderio di vivere con gli altri poteva essere un’ottima alternativa per gli anziani.